Anno: 1967
Durata: 56'


Un giovane si introduce nel dormitorio femminile di un ospedale dove riposano alcune infermiere. Insieme ad alcune di queste spia due donne che fanno l'amore. Poi, armato di pistola, entra nella stanza e le uccide. È l'inizio di un'orrida carneficina, fatta di sangue e sadismo sessuale. Alla fine, il protagonista poggia il capo sul ventre e poi fa l'amore con l'unica donna sopravvissuta in mezzo ai cadaveri delle altre, mentre la polizia accorre e circonda il dormitorio.

Okasareta byakui è ispirato al noto massacro delle "infermiere di Chicago" e sembra sia stato girato entro la settimana successiva a quella dell'orrendo incidente. Non è la prima volta che un fatto di cronaca si offre come materiale grezzo alla fantasia di Wakamatsu, come del resto accade anche per Adachi Masao, il suo nuovo sceneggiatore, che ha determinato una svolta nel lavoro del regista. La lettura di Wakamatsu e Adachi del folle crimine americano è enfaticamente e strettamente costruita dall'alquanto meccanica associazione fra lo sfrenato desiderio sessuale e la politica rivoluzionaria, un'associazione che caratterizza non soltanto molti film indipendenti, ma anche l'ideologia di certi gruppi dell'ultrasinistra giapponese. [...]
Io non pretendo di avere tutte le chiavi necessarie alla decodificazione di ciò che viene implicato da Okasareta byakui. Voglio qui suggerire semplicemente alcune delle più ovvie direzioni di lettura. Le prime immagini della diegesi vera e propria dirò più avanti brevemente qualcosa sugli interessanti prologo ed epilogo del film mostrano un giovane uomo che getta la sua pistola nel mare, un'evidente immagine d'incesto. Questo tema è la spinta dell'intera diegesi, che termina con un ritorno all'utero. Dopo aver placato la sua sregolata energia sessuale, il giovane entra nel dormitorio notturno di alcune infermiere e "scrive nel sangue" un testo che, mentre possiede tutte le principali caratteristiche della fantasia, sollecita le nostre capacit` di generalizzazione e produce queste fantasie come metodo di decodificazione.
Numerose tecniche di distanziamento sono usate a questo proposito. Ad ogni livello della diegesi Wakamatsu spiazza e dilata una delle essenziali figure del cinema pornografico, la reiterazione della durata. Le infermiere, avendo trovato il giovane che si aggira intorno al loro dormitorio isolato, lo costringono quasi a entrare per spiare due di loro che stanno facendo l'amore: è una scena molto lunga, con infinite ripetizioni di fantasie voyeuristiche. Poi, quando la crescente tensione sessuale finisce col traboccare e il ragazzo estrae la pistola, apre di scatto gli "shoji" (porte scorrevoli) e crivella di proiettili le due donne; lo shock delle altre infermiere genera un lungo periodo di vibrante stasi, per lunghi minuti non ci sono che scarsi movimenti, quasi nessun suono se non i muti sospiri e singhiozzi delle inorridite infermiere. La catartica forza e la bellezza del film è prodotta dalla ripetizione di questa struttura orgasmica a discapito di ogni altra. il rituale del gesto ripetuto, l'improvvisa esplosione e il lungo ansimante calmarsi danno forma all'intero film. [...] Le frugali e sorprendenti inserzioni del colore che improvvisamente teatralizzano la violenza servono a designare questi crimini come finzione, smascherando tutto quel sinistro sangue per cosa esso è realmente: colore rosso... Il corpo centrale del film è messo fra parentesi da due sequenze extradiegetiche che hanno il compito di radicare la psicosi del protagonista nella realt` sociale, per indicarla come emblema della repressione e delle rivolte politiche e sociali. La conseguenza estetica di tale strategia è di sfidare in anticipo tutte le manifeste significazioni della diegesi attraverso un prologo che consiste di fotografie prese a prestito dal repertorio della produzione pornografica. Più tardi la diegesi è sospesa, e in un certo senso negata, dall'epilogo. Le inquadrature in movimento intorno ai due amanti sono seguite da un'inquadratura in bianco e nero della polizia che circonda le case, poi da un fermo fotogramma su un poliziotto depravato col bastone sollevato. L'epilogo che segue consiste di un montaggio di fotografie che illustrano la rivolta studentesca e la repressione poliziesca. L'alienazione sessuale che produce una "rivolta" individuale come quella che ha ispirato il film è certamente legata all'alienazione economica, politica e ideologica della societ` capitalista anche se non certamente in una semplice relazione di causa ed effetto come qui viene indicato.

Noël Burch, To the Distant Observer. Form and Meaning in the Japanese Cinema, Scolar Press, London 1979, pp. 352-4

Biografia

regista

Koji Wakamatsu

Koji Wakamatsu (Miyagi, Giappone, 1936 - Tokyo, Giappone, 2012) è stato uno dei più grandi registi giapponesi, emerso dalla nouvelle vague degli anni Sessanta. Specializzato in pinku eiga, si è imposto con una lunga serie di film innovativi e ricchi di riferimenti alla realtà politica giapponese. Il Torino Film Festival ha presentato nel 1989 Violated Angels (1967) e in seguito Cycling Chronicles (2005), United Red Army (2007) e Caterpillar (2010). Il suo ultimo film, The Millennial Rapture (2012), è stato presentato alla Mostra di Venezia poche settimane prima della sua scomparsa.

FILMOGRAFIA

Amai wana (1963), Kabe no naka no himegoto (Affairs within Walls, 1965), Taiji ga mitsuryosuru toki (Embrione, 1966), Yuke yuke nidome no shojo (Su su per la seconda volta vergine, 1969), Hika (1971), Tenshi no kôkotsu (Estasi degli angeli, 1972), Delta no okite (1975), Kagi (1983), Asu naki machikado (1997), 17-Sai no fukei (Cycling Chronicles, 2005), Jitsuroku rengo sekigun - Asama sanso e no michi (United Red Army, 2007), Caterpillar (2010), Sennen no yuraku (The Millennial Rapture, 2012).

Cast

& Credits

Regia: Wakamatsu Koji.
Soggetto: Adachi Masao.
Sceneggiatura: Kara Juro.
Fotografia: Ito Hideo.
Montaggio: Miyata Fumio.
Musica: Takamura Koji.
Suono: Fukuda Shin.
Interpreti e personaggi: Kara Juro (il giovane), Koyanagi Reiko, Hayashi Miki, Sakamoto Michiko.
Produzione: Wakamatsu Production.
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