7° FESTIVAL INTERNAZIONALE CINEMA GIOVANI
Retrospettiva: Il neorealismo in cinquanta film

Non c'è pace tra gli ulivi

No Peace Under the Olive Tree
di Giuseppe De Santis
Nazione: Italia
Anno: 1950
Durata: 100'


L'azione si svolge in Ciociaria, una regione dell'Italia Centrale, dove vigono ancora antichi costumi e patriarcali tradizioni. Reduce dalla guerra il giovane pastore Francesco Dominici apprende di essere stato derubato del suo gregge da Agostino Bonfiglio. Egli non può, però, denunciare il furto perché il Bonfiglio ha minacciosamente imposto il silenzio ai pochi testimoni, tra i quali Lucia di cui Francesco è innamorato.
Lucia è stata costretta dalla famiglia a fidanzarsi con il Bonfiglio. Ma il giorno in cui viene festeggiato il fidanzamento, Francesco riesce ad impadronirsi del gregge di Bonfiglio. Agostino lì insegue e riesce a raggiungere solo Maria Grazia, sorella di Francesco, e si vendica violentandola. Quindi denuncia Francesco per furto. Al processo Lucia, costretta dai suoi, tace sul furto commesso dal Bonfiglio e Francesco viene condannato. Le nozze tra Bonfiglio e Lucia stanno per realizzarsi ma Maria Grazia affronta la coppia e la madre di Bonfiglio lo costringe a sposarla. Intanto Bonfiglio avido di denaro riesce ad assicurarsi tutti i pascoli della zona con il proposito di affittarli ad alto prezzo ai pastori, provocando il risentimento di tutta la popolazione.
Frattanto Francesco evade dal carcere. Egli sorprende il Bonfiglio nella sua casa dove ha luogo un primo rabbioso duello dal quale il Bonfiglio riesce a salvarsi con la fuga, seguito da Maria Grazia. Si inizia così una drammatica caccia dei Carabinieri a Francesco e di questo al Bonfiglio, l'uno aiutato da Lucia e l'altro seguito da Maria Grazia. I pastori della zona vi intervengono, solidali con Francesco, adoperandosi a ritardare l'inseguimento dei Carabinieri e stringendo il Bonfiglio in una rete. Pazzo di paura Bonfiglio cerca scampo nella fuga, sempre inseguito da Francesco, che non gli lascia scampo finché non lo vede precipitare in un burrone. E Francesco, del quale verrà riconosciuta l'innocenza, potrà rifarsi una vita assieme a Lucia.


Biografia

regista

Giuseppe De Santis

Giuseppe De Santis (Fondi 1917 - Roma 1997) comincia a occuparsi di cinema negli anni '40 come critico, sceneggiatore e aiuto di Luchino Visconti in Ossessione (1942). Partecipa alla Resistenza romana e, nel 1946, collabora con Aldo Vergano per Il sole sorge ancora. Nel 1947 esordisce nella regia con Caccia tragica e, due anni dopo, firma il suo capolavoro Riso amaro. Nel 1950 è la volta di Non c'È pace tra gli ulivi, girato nel Lazio e ideale continuazione del film precedente. Successivamente firma Roma ore 11, uno dei suoi maggiori successi internazionali. In Jugoslavia realizza La strada lunga un anno (1958), mentre si reca in Unione Sovietica per Italiani brava gente (1964), uno dei suoi lavori più emozionanti. Dopo un lungo silenzio, partecipa alle riprese di Oggi è un altro giorno (1995).

FILMOGRAFIA

Caccia tragica (1947), Riso amaro (1949), Non c'È pace tra gli ulivi (1950), Roma ore 11 (1951), Un marito per Anna Zaccheo (1953), Giorni d'amore (1954), Uomini e lupi (1956), La strada lunga un anno (1958), La garÁonniÈre (1960), Italiani brava gente (1964), Un apprezzato professionista di sicuro avvenire (1972), Oggi è un altro giorno (1995).

Dichiarazione

regista

All'epoca di Non c'è pace tra gli ulivi si era sviluppata in me una crescita di ricerca sul piano tecnico, fotografico, figurativo, che sperimentai proprio in questo film. Per diversi altri miei film, ma in modo particolare per Non c'è pace tra gli ulivi, sono stato rimproverato di un certo barocchismo, di una forma troppo estetizzante rispetto al contenuto. In realt` accadde questo: volevo esaltare con intenzione questo contenuto tanto semplice, popolaresco, elementare, nobilitandolo con una forma raffinata che potesse dare al film una connotazione di livello culturale rispetto a una storia un po' da fumetto. I miei piani sequenza non nascono con Non c'è pace tra gli ulivi, ci sono gi` in Caccia tragica.
In Non c'è pace tra gli ulivi arrivai a raffinare questa cifra, a portarla alle estreme conseguenze. Però le gru, i grandi movimenti di masse, il riprendere un attore in primo piano, abbandonarlo, cogliere altri soggetti in campo lungo, per poi tornare di nuovo sull'attore in primo piano, erano gi` diventate una mia cifra.

Giuseppe De Santis in L'avventurosa storia del cinema italiano, a cura di F. Faldini, G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1979


La vicenda è ricca di elementi di indagine umana e sociale. De Santis riesce a esprimere talvolta tali elementi; e nella prima parte del film, l'ambiente aspro e primitivo delle pianure ciociare è descritto con misura, e con tocchi fortemente realistici. Risulta chiaro che mentre Riso amaro falliva del tutto nella presentazione dei suoi temi, Non c'è pace tra gli ulivi raggiunge, in questo senso, una maggiore consistenza, pur dovendo registrare, come si diceva prima, alcuni gravi difetti di struttura, che in definitiva ne appesantiscono lo stile e ne rendono meno immediato l'assunto: un assunto di solidariet` umana e di comprensione per i problemi degli abitanti di quella regione ancora arretrata e impervia. De Santis, ad esempio, si prefigge lo scopo di spiegare e di giustificare, agli occhi degli spettatori, l'esuberanza fisica della gente del suo paese: ma in taluni punti esagera, esce dai limiti di una descrizione misurata e psicologicamente valida; come quando fa danzare la tarantella alla fidanzata del protagonista (brano bellissimo in sé, ma non giustificato), oppure quando mette Dominici, armato di una carabina e accompagnato dalla sua donna, alla caccia del rivale. In alcuni punti, si ha addirittura la sensazione che i personaggi agiscano più come fantocci che come uomini animati da sentimenti autentici e da passioni reali.

Vice, "Cinema", n. 49, 1 novembre 1950


Non c'è pace esperimenta almeno due procedimenti allora sconosciuti al cinema italiano: l'uso della pellicola all'infrarosso per le riprese notturne e soprattutto l'impiego sistematico del panfocus, con il conseguente sfruttamento della profondit` di campo. Ed è grazie anche a questa fotografia ad alta definizione, assai efficace nel dislocare i piani e gli effetti di luce, che Non c'è pace porta a compimento la sua straordinaria operazione di astrazione e formalizzazione della materia narrativa e ideologica. Ciò che il film ha di eccessivo e statuario, ciò che fu giudicato inguaribile dannunzianesimo o cattivo gusto, non è altro che la formalizzazione portata alle estreme conseguenze, oltre il verisimile, oltre il codificato, oltre il naturalismo. Forse De Santis cercava il tipico, il popolare, il realismo, ha trovato invece, in uno dei suoi film più ingiustamente irrisi, un cinema astratto, lunare, allucinato, un film assolutamente unico nel cinema italiano di quegli anni.

Alberto Farassino, Giuseppe De Santis, Moizzi, Milano 1978

Cast

& Credits

Regia: Giuseppe De Santis.
Soggetto: Giuseppe De Santis, Gianni Puccini.
Sceneggiatura: Libero De Libero, Carlo Lizzani, Giuseppe De Santis, Gianni Puccini.
Fotografia: Piero Portalupi.
Scenografia: Carlo Egidi.
Soggetto: Anna Gobbi.
Musica: Goffredo Petrassi.
Montaggio: Gabriele Varriale.
Interpreti e personaggi: Raf Vallone (Francesco Dominici), Lucia Bosé (Lucia Silvestri), Folco Lulli (Agostino Bonfiglio), Maria Grazia Francia (Maria Grazia Dominici), Dante Maggio (Salvatore Capuano), Michele Riccardini (maresciallo), Vincenzo Talarico (difensore di Dominici), Piero Tordi (don Gaetano Bertareii), Attilio Torelli, Giacomo Sticca, Maddalena di Trocchio, Giuseppina Corona, Angelina Chiusano (madre di Bonfiglio), Tommaso Di Gregorio, Giovanni Paparella, Vincenzo Jannone, Vincenzo Vaticone e i pastori della contrada "Quercie" di Fondi.
Produzione: Lux Film.
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