Nazione: Italia
Anno: 1966
Durata: 134'


Dai giochi d'infanzia con gli amici ai campi di battaglia veri e propri, si consumano i primi anni della vita di Francesco, che non riesce a trovare un autentico impegno di vita. La lettura del Vangelo, nella chiesetta abbandonata di San Damiano, induce Francesco ad abbracciare la povertà, rinunciando ai beni paterni. La sua scelta d` scandalo e il padre lo fa vanamente processare per dissipazione. Dopo la sua scelta Francesco è pervaso da una gioia profonda e, raccolta intorno a sé una piccola comunità di fedeli, si reca a Roma al cospetto di papa Innocenzo III affinché questi approvi la regola francescana. Una volta ottenuto il consenso i frati possono darsi alla predicazione e la famiglia francescana si allarga. Nascono però i primi dissidi. Francesco si ritira allora ad Assisi, per scrivere la nuova regola interamente ricavata dal vangelo. Regola che sarà poi mutata da alcuni frati perché ritenuta troppo severa. Francesco è deluso e amareggiato. Gravemente ammalato e ormai quasi cieco, si ritira alla Verna. Morirà il 4 ottobre 1296, nudo sulla nuda terra.


Biografia

regista

Liliana Cavani

Dichiarazione

regista

Ho fatto il film su Francesco mio malgrado. Io non ho avuta alcuna educazione cattolica, il soggetto non mi interessava in maniera particolare. Ma ho letto il libro di Sabatier che fa di Francesco un ragazzo di tutte le epoche, quindi anche della mia, e ciò mi ha interessato. Per questo si è detto che si tratta di un film sul primo contestatore. Io l'ho vissuto in questo modo. Ed è ciò che ha compreso anche il governo italiano, la programmazione del film ha infatti determinato un'interpellanza parlamentare.
Io credo non ci siano delle divisioni fra lo spirito e la materia. Non ho fatto il film con spirito religioso e non mi e stato difficile provare rispetto per il primo hippy della storia.
E Lou Castel, che era sconosciuto nel 1965, si è a tal punto innamorato del personaggio da identificarsi completamente in lui. È da quel momento che nacque la sua vocazione rivoluzionaria, che lo ha spinto a dare tutto il suo denaro a un partito extra-parlamentare, quando invece avrebbe potuto farsi una fortuna col suo talento di attore. È diventato apolide, adesso gira poco e spesso all'estero. Volevo uno che fosse assolutamente sconosciuto per interpretare Francesco.
Benché conoscessi bene Marco Bellocchio (abbiamo frequentato insieme il Centro Sperimentale di Roma), il quale fa un piccolo ruolo nel film (la parte del frate che ripara il tetto insieme a Francesco), non sapevo niente de I pugni in tasca, che era ancora in fase di montaggio. Ho incontrato Lou Castel altrove e, appena l'ho visto, ho capito che era l'incarnazione di Francesco, quale non era nella immaginazione degli italiani. Lou Castel ed io abbiamo infatti collaborato per Francesco d'Assisi.
Lasciavamo la sceneggiatura all'hotel e giravamo gli episodi della vita di San Francesco così come ce li dettava l'ispirazione. E Lou Castel diveniva a poco a poco Francesco.
Nella scena in cui i fratelli si riuniscono - quando la comunità inizia a ingrandirsi e Francesco non sa cosa dire - è stato Lou Castel a gridare: "Io non voglio venire, non sono un capo". Perché egli nella sua vita non è un capo, ma un mistico. Tutti quelli che lavoravano al film confondevano a tal punto le due vite che nella scena della predicazione, in cui Francesco si spoglia nella chiesa, le comparse, la gente del luogo, al posto di dire "Ma chi credi di essere, Francesco", gli hanno gridato "Ma chi credi di essere, Lou".
Non ho mai dato alcuna indicazione a Lou Castel, l'ho soltanto provocato. Francesco d'Assisi è un happening. La camera si è limitata a registrare la realtà, una realtà fuori del tempo, ma una realtà che ci superava. Tutto ciò senza farne una teoria: quando si è giovani, si possiede la chiarezza. Per il resto, al di fuori di Castel e di Cucciolla, gli altri "fratelli" erano interpretati da attori non professionisti. Ho girato in Umbria e li ho raccolti sul posto, nella stessa terra di Francesco, ma in campagna. Non nei luoghi turistici consacrati a Francesco. Mi ha fatto ridere Franco Zeffirelli quando è andato a girare sul posto, poiché ha utilizzato proprio tali luoghi turistici del "pellegrinaggio a San Francesco", con tutti i monumenti conosciuti (Claire Clouzot, Entretien avec Liliana Cavani, in "Ecran", n. 26, 1974, p. 37).

Cast

& Credits

Regia: Liliana Cavani.
Soggetto e sceneggiatura: Tullio Pinelli, Liliana Cavani.
Fotografia: Giuseppe Ruzzolini.
Scenografia e costumi: Ezio Frigerio.
Montaggio: Luciano Gigante.
Musica: Peppino De Luca.
Consulenza storica: Boris Ulianich.
Interpreti e personaggi: Lou Castel (Francesco), Mino Bellei (Bernardo), Marco Bellocchio (frate Pietro di Stacia), Riccardo Bernardini (frate Silvestro), Ken Belton (papa Innocenzo III), Giuseppe Campodifiori (frate Giovanni), Edoardo Cicogna (frate Egidio), Riccardo Cucciolla (frate Leone), Roberto Di Massimo (Guido), Erig Domain (il vescovo di Assisi), Marcello Formica (il capitano di ventura), Giampiero Frondini (Cattani), Gerard Herter (frate Elia da Cortona), Ludmilla Lvova (Chiara), Grazia Marescalchi (Pica, madre di Francesco), Oscar Mercurelli (frate Angelo), Franco Marchesi (frate Corrado), Giancarlo Sbragia (Pietro, padre di Francesco), Maurizio Tocchi (frate Masseo), Gianni Turillazzi (Rufino).
Produzione: Clodio Cinematografica, per la RAI.
Distribuzione: indipendente regionale.
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