Nazione: Italia
Anno: 1966
Durata: 122'


Dante Fontana, un modesto antiquario di Perugia, riesce finalmente a coronare il sogno della sua vita: dovrà recarsi in Inghilterra per vendere all'asta un frammento di statua etrusca. Inguaribilmente anglofilo, Fontana non perde tempo, e appena arrivato a Londra corre a comprarsi un tipico corredo da gentleman: vestito, bombetta e ombrello. Ma questo non basta a nascondere la sua nazione d'origine. Si reca poi all'asta e vende il frammento etrusco a una nobildonna, che lo invita nel suo castello per una caccia alla volpe. Fontana entra così a contatto con l'Inghilterra dei suoi sogni: prati verdi, giacche rosse, giocatori di golf, gentiluomini e gentildonne vittoriani. Conosce anche la nipote della nobildonna che lo porta in visita a un college... e qui iniziano i guai. Scopre gli studenti anticonformisti e contestatori, è coinvolto in una rissa tra bande rivali e viene preso da una retata della polizia. Sarà costretto a ripartire in fretta e furia da un'Inghilterra molto diversa da quella della sua immaginazione.


Biografia

regista

Alberto Sordi

FILMOGRAFIA

1966: Fumo di Londra; Scusi, lei è favorevole o contrario? 1967: Un italiano in America. 1969: Amore mio aiutami. 1970: La camera (episodio di Le coppie). 1973: Polvere di stelle. 1974: Finché c'è guerra c'è speranza. 1976: Il comune senso del pudore. 1978: Vacanze intelligenti (episodio di Dove vai in vacanza? ). 1980: Io e Caterina. 1982: Io so che tu sai che io so.

Dichiarazione

regista

Innanzitutto ci tengo a precisare che prima di essere un attore, io mi considero un autore. Le mie prime proposte cinematografiche sono state i miei testi, i miei personaggi. Più avanti ho scritto soggetti, sceneggiature. In ogni modo non ho mai fatto un film senza avere precedentemente collaborato alla preparazione della sceneggiatura. Per questo, il regista molto spesso arriva dopo che il film era stato confezionato. Si pensava a un regista che si potesse adattare a un certo tipo di film e lo si chiamava. Si sceglievano i registi più disponibili; quasi tutti avevano le stesse caratteristiche: per esempio Giorgio Bianchi, che non ha mai raggiunto un altissimo livello nel cinema ma che era un bravo artigiano. È di questo genere di registi che io avevo bisogno perché facevo un film al mese. Steno era un altro regista di questo tipo. È stato comunque in maniera piuttosto naturale che ho cominciato a dirigere alcuni dei miei film, ma in pratica ero io che li facevo tutti. Bastava che incontrassi qualcuno e che una particolarità attirasse la mia attenzione perché io cominciassi a immaginare tutta la storia attorno a questo personaggio. Partendo da questo, Rodolfo Sonego e io scrivevamo una sceneggiatura e si faceva il film. Naturalmente c'era un regista qualunque che dirigeva il film, ma ero io che lo conducevo, era attorno al mio personaggio che si organizzava tutto. È così che sono nati un gran numero di film, Il seduttore (Rossi), Lo scapolo (Pietrangeli), Il marito (Loy, Puccini), Il moralista (Bianchi), Il vigile (Zampa), ecc. Io non avevo il tempo di curare la regia: dirigere un film vuole dire fare due film all'anno e io ne facevo dodici, tredici. Quando ho cominciato a rallentare il ritmo del mio lavoro, ho cominciato a dirigere certe mie sceneggiature. Perché dare a un altro un'idea di film che avevo io? Non era la velleità di dirigermi da solo, ma il desiderio di non perdere tempo, di non essere obbligato a spiegare un'idea a qualcuno che forse non sarebbe stato d'accordo e che avrebbe voluto aggiungere la sua impronta personale. Insomma per non avere da discutere, per non rischiare di fare una cosa diversa da quella che avevo proposto, e avendo del tempo a disposizione ho cominciato a realizzare dei film da solo.
Mi trovavo in Inghilterra per un film prodotto dalla Fox, Quei temerari sulle macchine volanti, un film con personaggi che rappresentavano tutti i paesi del mondo in un raid aereo e dove interpretavo la parte di un conte italiano. L'Inghilterra è un sogno per gli italiani: "Il fumo di Londra", l'abito grigio, la bombetta, l'ombrello... Mi guardavo intorno e cominciavo a capire che l'Inghilterra stava cambiando, l'Inghilterra tradizionale stava morendo, arrivavano i giovani dai capelli lunghi, i Beatles avevano già portato una nuova moda. Rientrato in Italia, ho trovato un produttore che aveva fiducia in me e con una piccola troupe sono andato a Londra. Ho cominciato a girare conducendo il mio personaggio per le vie della città, vestendolo all'inglese. Lo avevo ambientato in una piccola città di provincia, era antiquario e per una ragione di lavoro, una vendita all'asta, andava a Londra. E, in poco tempo, ho fatto Fumo di Londra, così come ho fatto Un italiano in America in venticinque giorni.

(Jean A. Gili, Arrivano i mostri, Cappelli editore, Bologna 1980, pp. 110-112)

Cast

& Credits

Regia: Alberto Sordi.
Soggetto e sceneggiatura: Sergio Amidei, Alberto Sordi.
Fotografia (technospes, technoscope): Benito Frattari.
Scenografia e ambientazione: Elio Costanzi.
Montaggio: Antonietta Zita.
Musica: Piero Piccioni.
Interpreti e personaggi: Alberto Sordi (Dante Forte, antiquario), Fiona Lewis (Elisabetta), Army Balby (la duchessa), Alfredo Marchetti (il conte Bolla), Clara Bindi (la moglic), Michael Trubshawe (il colonnello), Massimo Ungaretti (un amico), Romano Giomini (un viaggiatore), Kin Ella, Caroline Hunro, Lucy Hill, Elisabeth Rupper, Ann Hackett.
Produzione: Giorgio Bianchi, per la Fono Roma.
Distribuzione: Rank.
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