Nazione: Italia
Anno: 1961
Durata: 96'


Stefano Gardelli, un modesto impiegato romano, diviene a sua insaputa amico e "protettore" di una giovane prostituta.
Perseguitato dagli altri sfruttatori e tenuto d'occhio dalla polizia, la sua vita diventa ogni giorno più difficile. Anche una semplice riunione sindacale, a cui partecipano alcune impiegate della ditta dove lavora Stefano, viene equivocata. Per "chiarire" meglio la situazione il commissario di polizia va a parlare con il direttore della ditta, il conte Losi, spiegando, i propri sospetti, che si appuntano anche su Carla, segretaria del direttore, a cui più volte Stefano ha tentato di avvicinarsi. Dapprima l'impiegato viene licenziato, e infine, quando tutto viene messo a posto, è ormai troppo tardi. Stefano Gardelli ha finito con l'accettare la corte della ricca vedova Amelia, proprietaria di un supermarket. Costretto a lavorare agli ordini della moglie, umiliato e deluso, dopo aver fatto precipitare a terra, con un gesto di ribellione, un'ordinata fila di barattoli in vendita, decide di andarsene definitivamente.


Biografia

regista

Ugo Tognazzi

FILMOGRAFIA

1961: Il mantenuto. 1967: Il fischio al naso. 1968: Sissignore. 1976: Cattivi pensieri. 1979: I viaggiatori della sera.

Dichiarazione

regista

In realtà io sono nato per comandare, purtroppo l'attore deve solo obbedire. Per tanti anni ho subito. È vero che tentavo di ribellarmi, di fare quello che volevo io, ma alla fine aveva sempre ragione il regista perché mi inquadrava a modo suo e poi mi tagliava al montaggio. Ora basta. Adesso mi giro come voglio io perché comando io.

(Ugo Tognazzi, Si gira. - Il mantenuto, in "La fiera del cinema", n. 10, 1961, p. 47)


Mi è piaciuta la regia quelle tre volte che ho girato un film, ma ho anche molto sofferto. Come attore la mia personalità è lì, indiscutibile. Sento che ho fatto un lavoro e questo lavoro mi ha dato qualcosa. Come regista, non credo che diventerò mai un genio, se no lo avrei rivelato sin dal primo film. Mi manca l'invenzione folle, quel minimo di talento un po' pazzo che trovo indispensabile per il mestiere di regista.
È molto divertente fare il regista perché è un po' come ricreare la vita, è un gioco per adulti. Se si pensa alla maniera di vestire una persona con abiti che abitualmente non sono i suoi, ma quelli decisi dal regista, al modo di farla camminare in una stanza dipinta del colore desiderato, tutto questo è un giochetto appassionante. Si fanno muovere dei fantocci, anche se questi fantocci sono gli attori; a volte, del resto, lo sono un po' meno. È proprio un gioco meraviglioso. Certo non ritengo di essere fra i registi di talento; diciamo che sono capace di dirigere un film, l'ho dimostrato, e anche con qualche ambizione. Ho tratto da questo lavoro molte soddisfazioni ma tutto ciò non è paragonabile con quello che posso ottenere come attore. Come regista, si possono fare mille riserve nei miei confronti, io stesso le faccio del resto.

(Jean A. Gili, Arrivano i mostri, Cappelli editore, Bologna 1980, pp. 141-142)

Cast

& Credits

Regia: Ugo Tognazzi.
Soggetto: Giulio Scarnicci, Renzo Tarabusi.
Sceneggiatura: Giulio Scarnicci, Renzo Tarabusi, Luciano Salce, Franco Castellano, Pipolo (Giuseppe Moccia).
Fotografia: Marco Scarpelli.
Scenografia: Giancarlo Salimbeni Bartolini.
Montaggio: Franco Fraticelli.
Musica: Armando Trovajoli.
Interpreti e personaggi: Ugo Tognazzi (Stefano Garbelli), Ilaria Occhini (Daniela), Mario Carotenuto (il presidente Losi), Marisa Merlini (Amalia), Margaret Robsham (Carla), Pinuccia Nava, Armando Bandini. Aldo Berti, Mario Castellani, Olimpia Cavalli, Consalvo Dell'Arti, Vera Gambaccioni, Renato Mambor, Arrigo Peri, Massimo Righi, Gianni Musy, Franco Glacobini, Franco Ressel.
Produzione: Alado Calamar`, Achille Filo Della Torre per Mec Cinematografica (Roma).
Distribuzione: regionale.
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