Nazione: Italia
Anno: 1961
Durata: 114'


Settembre 1943. Il giovane Marco Laudato si arruola nell'esercito della Repubblica di Salò, senza che gli siano ben chiari i motivi di tale scelta. Durante il periodo di addestramento fa amicizia con Elia, un commilitone più anziano. Nel corso di una delle prime azioni di rappresaglia, viene ferito e considerato quasi un eroe. Ricoverato in ospedale si innamora di Anna, l'infermiera che lo cura. La breve parentesi sentimentale è presto interrotta dalla fuga in Svizzera della stessa Anna, insieme a un industriale e a un disertore, il comandante Mattei. Marco ritorna al suo reparto. Qui, oltre a un nuovo crudele ufficiale, scopre che qualcosa in Elia è cambiato. Anche questi tenterà infatti la fuga, ma sarà lo stesso Marco a dargli il colpo di grazia di fronte al plotone d'esecuzione. La Repubblica Sociale è alla fine. Il comandante Marco organizza un ultimo tentativo di resistenza, sperando di riuscire a raggiungere gli altri gruppi fascisti. Nello scontro decisivo i partigiani hanno la meglio, l'ufficiale si suicida e Marco rimane solo in mezzo ai cadaveri dei soldati.


Biografia

regista

Giuliano Montaldo

FILMOGRAFIA

1960: Kapò di Gillo Pontecorvo (regia della seconda unità). 1961: Tiro al piccione. 1962: Universo di notte di Alessandro Jacovoni (collaborazione alla regia). 1965: La moglie svedese (episodio di Extraconiugale); Una bella grinta. 1967: Ad ogni costo. 1969: Gli intoccabili. 1970: Gott mit uns. 1971: Sacco e Vanzetti. 1973: Giordano Bruno. 1976: L'Agnese va a morire. 1977: Circuito chiuso (per la TV). 1979: Il giocattolo.

Dichiarazione

regista

La fine degli anni '50 ha segnato l'esordio di un numero nutrito di registi. Questo e avvenuto anche perché prima di registi ce n'erano pochi in rapporto alle possibilit` del mercato, perché per un lungo periodo di tempo gli esordi erano stati soffocati da un cinema consuetudinario e fiacco. Tra la fine del neorealismo e gli anni '60 c'e stato un periodo magari di maestri operanti ma non di grosse rivelazioni. Invece poi ci furono gli esordi di Pasolini, Olmi, De Seta, Petri, Damiani ecc. Il pubblico tornava ad andare al cinema, e così anche i produttori hanno avuto voglia di continuare una certa esplorazione anche con gente nuova. Io fui fra questi. Ebbi qualche difficolt`, nel senso che la produzione, la Ajace di Cervi e Jacovoni, volle in qualche modo impormi per ragioni di mercato un attore francese. Charrier, mentre io avevo un piccolo gruppo di attori con i quali mi sentivo di lavorare. Ho pagato la mia poca esperienza, e dovevo probabilmente impormi di più, ma tutto sommato l'esordio non l'avevo cercato, mi veniva offerto... Avevo 29 anni e mi sembrava che poteva andar bene lo stesso. Così ho fatto Tiro al piccione.

(Franca Faldini e Goffredo Fofi, a cura di, L'avventurosa storia del cinema italiano 1960-1969, op. cit., p. 71)

Non possiamo continuare a raccontare la guerra partigiana come l'abbiamo raccontata nell'immediato dopoguerra. Allora i fascisti erano semplicemente i "non uomini" - per usare un'espressione di Vittorini - ed erano completamente esclusi dal nostro discorso. Non erano neppure il polo opposto di una dialettica: nelle vicende che si narravano non si tentava mai di impostare un conflitto psicologico tra le due parti. (…) Credo di aver lavorato a tutti i film che trattavano di partigiani e fascisti a cominciare da Achtung banditi di Lizzani: ne conosco quindi i pregi e i difetti. Quello che mancava in quei film era la possibilit` di essere utili, di insegnare qualcosa al pubblico del loro tempo: e ciò perché erano essenzialmente celebrativi. L'esigenza che si impone oggi è di dire qualcosa anche a chi si è trovato dalla parte sbagliata: dargli dei perché. E in secondo luogo parlare a chi è troppo giovane per avere un'idea esatta, un'opinione meditata sugli avvenimenti di 18 anni fa. (…)
Occorre raccontare quei due anni da un angolo visuale che non alteri i valori, ma che consenta delle spiegazioni. In poche parole: il punto di vista che ho scelto per rivedere i 600 giorni della Repubblica di Salò è quello di un ragazzo di 20 anni che si arruola volontario con le truppe fasciste. Ciò significa che alla fine del film non vedremo il trionfo delle forze democratiche bensì la sconfitta di quelle fasciste. Ma i fatti - e quindi i valori della lotta - non possono essere mutati, anche se il nostro protagonista non li avr` compresi. (…)
A vent'anni ognuno di noi corre la propria avventura, compie il proprio piccolo tentativo di evasione. Marco Laudato, il nostro personaggio, la compie in un momento eccezionale, di estrema confusione di idee, di sovvertimenti di tutti i valori, in cui ogni scelta è grave e difficile.
Il protagonista di un film non può essere antipatico, soprattutto se si vuole che venga compreso in tutte le sue sfumature; e d'altra parte io non posso certo sentire alcuna simpatia per i fascisti. L'apparente contraddizione è presto risolta: la figura del nostro Marco è vista con umana comprensione, mentre la descrizione del periodo storico è estremamente critica. In fondo il tema del film è proprio questo: un ragazzo pieno di illusioni immerso quasi senza saperlo in una realt` atroce, molto più grande di lui.
Sono più che mai convinto che gli avvenimenti di 18 anni fa sono vivi nel cuore di molti, malgrado l'ostentato, spesso snobistico, oblio. Sono sicuro che facciamo bene a fare questi film.

(Una storia da ricordare, in "La fiera del cinema", n. 5, 1961, pp. 84-85)

Cast

& Credits

Regia: Giuliano Montaldo.
Soggetto: dal romanzo omonimo di Giosè Rimanelli.
Sceneggiatura: Giuliano Montaldo, Fabrizio Onofri, Ennio De Concini, Luciano Martino.
Fotografia: Carlo Di Palma.
Scenografia: Carlo Egidi.
Costumi: Pier Luigi Pizzi.
Montaggio: Nino Baragli.
Musica: Carlo Rustichelli.
Interpreti e personaggi: Jacques Charrier (Marco Laudato), Eleonora Rossi Drago (Anna), Francisco Rabal (Elia), Sergio Fantoni (Nardi), Carlo D'Angelo (Mattei), Gastone Moschin, Silla Bettini, Franco Balducci, Enzo Cerusico, Loris Bazzocchi, Enrico Glori, Franco Perucci, Maria Grazia Franchi, Franco Lantieri.
Produzione: Alessandro Jacovoni, per la Ajace-Euro International Film.
Distribuzione: Euro International Film.
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