Nazione: Italia
Anno: 1994
Durata: 15'


Qualche domanda, prima di tutto. Perché tutti, ma proprio tutti devono scrivere e pubblicare libri? E perché tutti quelli che scrivono e pubblicano libri li devono poi esporre in tv? E perché tutti quelli che scrivono e pubblicano libri e li espongono in tv, sentono alla fine il bisogno di fare programmi di libri, dove parlano tu per tu con Bartleby lo scrivano e il Giovane Holden? Salvo poi dire che si vergognano di essere andati "quella volta" al Maurizio Costanzo Show a parlare del loro libro. Salvo poi dire che non sono come Romano Battaglia o Alberto Bevilacqua. Che il loro salotto non è come quello di Alberto Castagna. Perché, attenzione, l'esposizione televisiva può essere nociva, perdi il saluto di Grazia Cherchi e Goffredo Fofi. Ecco. Credo che avesse ragione Angelo Guglielmi a non volere programmi sui libri in tv. Perché è impossibile controllare la vanit` di chi scrive e di chi parla di libri. Per non parlare dei giochi piccoli e grandi delle case editrici e dei salottini letterari. Gi` è patetico aprire un giornale e trovare le recensioni degli scrittori per i libri degli amici o le polemiche alla "Novella 2000" tra critici (che poi sono scrittori) e scrittori (che poi sono critici). Ma lì, in qualche modo, il danno è circoscritto, perché c'è poca gente che legge i giornali e c'è ancor meno gente che legge le critiche dei libri degli altri. E si sa, insomma, che il gioco è truccato. In televisione tutto ciò, ma soprattutto la vanit`, si centuplica e assume livelli, per quanto pezzenti d'ascolto, standistici come piccola esplosione modaiola. Al punto che qualsiasi pirla mostrato nella scatoletta luminosa vende di più il suo libro o sembra uno strafigo, perfino i due Addams dell'Altra Edicola di Rai2, Giuseppe Scaraffia e Silvia Ronchey, ottimi per Blob, trovano i loro cultori. Non parliamo poi dei vecchietti del West Fruttero e Lucentini, grandi caratteristi tra George "Gabby" Hayes e Turi Pandolfini, che su Rai1 sembrano due titani della cultura secondi solo a Laurel & Hardy... E allora non è che Alessandro Baricco vada punito perché gesticola troppo, perché fa l'attore drammatico alla Vittorio Gassman 1959, o perché fa Ghezzi ripulito o il Mario Carotenuto "nato con la camicia" del 2000. I suoi peccati sono quelli che avrebbe qualsiasi giovane scrittore messo lì a parlar di libri davanti a una telecamera. Forse lo fa anche meglio di altri. È più carino, piace alle donne, è (insomma) il nuovo Fiorello del Venerdì di Repubblica. Ma l'esempio e la coincidenza di arrivare in un momento in cui si parla troppo di libri in tv sono letali. Trovatemi uno scrittore (giovane o vecchio) che non vorrebbe il posto di Baricco, ahimè, che non vorrebbe stare lì con la matita in mano a raccontare "cultura". Certo, Baricco lo fa per tutti, e di questo gliene siamo grati, salvandoci forse da schiere di mostri ma siamo anche sicuri che di Baricco possibili l'Italia è piena. A questo si aggiunge la pesantezza dell'intasamento culturallibresco su tutte le reti. Da Gabriele La Porta con gli occhiali alla Corrado Augias (cioè alla Pivot) sul DSE con suo Parlato (chiaro l'anagramma con la Porta?) Semplice, dallo stesso Augias su Montecarlo con il suo Tappeto volante (ora volato a miglior vita), dal duo alla Gianni e Pinotto del postAvanzi, cioè Beniamino Placido e Indro Montanelli mai così vecchi, dai gi` citati Laurel & Hardy Fruttero & Lucentini, giù giù fino all'incredibile coppia degna dei migliori splatter neozelandesi Scaraffia-Ronchey che non la smettono mai di ridere ai raccontini di Giovanni Marlotti (ma non se li possono sentire a casa?). Certo. Dopo che ho citato tutto questo bel campionario, tralasciando tutte le volte che Battaglia, Bevilacqua, Mughini, De Crescenzo, Cardella, Giobbe Covatta, Gnocchi si espongono nei salotti di Costanzo e soci, finisce che Baricco ci fa un figurone. E si può capire perché le signore lo amino tanto (sì, è più figo di Scaraffia). Ma ciò non toglie la paura di vedere una tv popolata di piccoli Baricco (e piccoli Scaraffia) che pontificano su tutto, che si sbracciano, schiocchiano le dita, roteano gli occhioni per spiegarti Kleist. Trucchi che, insomma, ci cadi una volta, la seconda dormi, la terza spegni, la quarta t'incazzi, la quinta te la godi perché finalmente ridi. Però, almeno questo, è un dato positivo. Di certo, fra scrittori, critici, piccole nuove star della tv, sicuramente a casa non c'è più nessuno che legge. (Marco Giusti, Bariccopoli e dintorni, appunti per un Bariccoblob, tratto da COMIX luglio 94).

Biografia

regista

Marco Giusti (I)

Marco Giusti (Grosseto, 1953) è autore televisivo (Blob, Blobcartoon, La situazione comica, Scirocco, Orgoglio coatto, Fenomeni, Stracult), critico e studioso di cinema. Tra i numerosi saggi da lui scritti, si ricordano quelli dedicati al Carosello, al cinema italiano degli Anni '70 e '80, a Roberto Benigni, Massimo Troisi, Carlo Verdone e a Totò. Collabora da più di vent'anni con «Il Manifesto» e «L'Espresso».

FILMOGRAFIA

Pascali (tv, 1995), Almanacco delle profezie (tv, 1997/1998), Coatto come Mario Brega (tv, 1999, con Paolo Luciani), Il caso Piotta (tv, 2000), Il mambo del Giubileo (video, 2000), Totò 2001 (cm, video, 2000), Il maresciallo Spacca (cm, video, 2000, co-regia Manetti Bros), Stracult - In difesa del cinema italiano che spacca (tv, 2001), Antonelli Ennio? Campa… (tv, 2001), Bella ciao - Genoa Social Forum - Un altro mondo è possibile (tv, 2001, con Sal Mineo, Roberto Torelli), Garrincha (tv, 2001, con Paulo Cesar Saraceni, Roberto Torelli).

Cast

& Credits

Regia e montaggio: Marco Giusti.
Produzione: Blob RaiTre
Menu