Martin Scorsese

Abituato alle tradizionali interviste televisive, dove basta parlare un paio d'ore davanti alla telecamera e tutto è finito, Martin Scorsese ha esitato a lungo di fronte alla richiesta che gli veniva da André S. Labarthe di mettere a disposizione due settimane del suo tempo per un "ritratto filmato". Ma la strategia d'approccio di Labarthe non passa attraverso le domande dirette, quanto piuttosto attraverso l'attesa che "le parole arrivino". Così, con la sua troupe si installa nello studio di produzione di Scorsese e inizia a riprenderne la vita quotidiana. Il terzo giorno, Scorsese inizia ad avere qualche perplessit`: "Ma tu non mi fai domande...", che Labarthe controbatte rispondendo: "No, ma c'è la cinepresa, c'è il microfono, se hai delle cose da dire eccoci qui". Il giorno seguente la troupe si sposta nella sala di montaggio: Scorsese discute con la sua montatrice facendo riferimento a vari film, e a un certo punto prende la cinepresa di Labarthe per meglio esemplificare, e da quel momento inizia a "raccontarsi", senza più smettere nemmeno quando tutti insieme si recano a casa dei suoi genitori, che Scorsese stesso "intervista" per farli parlare di lui.

Regia: André S. Labarthe.
Fotografia (16mm doppia banda, colore): Jacques Audrain, Nicole Ependre.
Montaggio: DanielIe Anezin, Thierry Demay, Isabel Pares-Reyna.
Suono: Jean Minondo.
Produzioni: AMIP, La Sept.
Serie diretta da: Janine Bazin, André S. Labarthe.
Riprese: New York.