Nazione: RFT
Anno: 1962
Durata: 17'


Il primo cortometraggio di Straub si basa sulla satira Hauptstddtisches Journal di Heinrich Böll, apparso nel 1956 in occasione della ricostruzione dell'esercito tedesco. Il colonnello MachorkaMuff è inviato a Bonn dal Ministero della difesa, reintegrato e promosso generale. Sposa l'amata Inniga von ZasterPelinutz e può realizzare il suo progetto preferito: "L'Accademia per la memoria militare, in cui ogni ex soldato, dal grado di maggiore in poi, dovr` avere la possibilit` di scrivere le proprie memorie parlando con i camerati e collaborando con l'Ufficio per la storia bellica del Ministero (Böll)".

Karsten Witte


Voi stessi sapete bene che avete preso il cammino difficile. È perciò che vi scrivo, affinché sappiate che avete compiuto un buon lavoro. Nel campo dello spirito non conta l'abbondanza, ma la verit` e l'efficacia creatrice. Il soggetto è preso dal nostro presente. È vero, preciso, universalmente valido. Colui che biasima la eccessiva acutezza non sa nulla della necessit` artistica, di affidare un'idea all'estremo, affinché essa tocchi veramente. Date a dei tali brontoloni dei drammi greci o Shakespeare da leggere. Ciò che nel vostro film mi ha interessato soprattutto è la composizione del tempo, proprio al film come alla musica. Avete realizzato delle buone proporzioni di durata fra le scene dove gli avvenimenti sono quasi senza movimento sorprendente, in un tale film ristretto su una durata relativamente corta, il coraggio delle pause, dei tempi lenti! E quelle dove essi sono estremamente rapidi scintillante l'idea di scegliere giustamente per quello scopo gli estratti di giornali in tutte le posizioni angolari sulla verticalit` dello schermo. In più, la relativa densit` dei cambiamenti nei tempi è veramente buona... Lasciare venire ogni elemento al suo momento insostituibile, che sarebbe impensabile di togliere; nessun ornamento. "Tutto è essenziale" diceva Webern in simili casi (soltanto ogni cosa nel suo tempo, si dovrebbe aggiungere). Altrettanto buone la franchezza, la riflessione che continua nella testa dello spettatore, la rinuncia a ogni atto d'apertura e atto finale. Potrei aggiunger ancora molto: nessuna pretesa d'"insegnare", migliorare il mondo, illudere, simbolizzare, falsamente. "Come se": non ne avete avuto bisogno e al loro posto avete scelto dei fatti; non certo quelli di un piatto reportage, ma giustamente per questo affinamento, questa condotta stranamente folgorante della macchina da presa nelle strade, l'hotel (benissimo, i muri della camere d'albergo che restano lungamente vuoti, dalla cui nudit` non ci si può staccare), alla finestra... E ancora la condensazione "irreale" del tempo, senza che si abbia fretta. In questa linea tagliente fra la verit`, la concentrazione e l'affinamento (che penetra bruciando nella percezione del reale), il progresso sar` possibile. Da nessuna parte altrove. Oggi sappiamo bene che anche l'illusione fatta a pezzi è un'illusione. Voi non volete "cambiare" il mondo, ma incidere in esso la traccia della vostra presenza e da lì dire che avete visto, che avete aperto una parte di questo mondo, come essa vi si d`. Questo mi è piaciuto.
Aspetto con impazienza il vostro lavoro a venire...

Karlheinz Stockhausen, in "Film" n. 2/1963, Colonia 2 maggio 1963. Trad. it. in F. Pecori, Il laboratorio di JeanMarie Straub e Danièle Huillet, Venezia, La Biennale di Venezia, pp. 95-96.


Questo cortometraggio di un quarto d'ora, liberamente ispirato a Heinrich Böll, girato da un giovane francese esiliato da qualche anno oltre il Reno, non potrebbe essere, molto semplicemente, il primo (piccolo) film d'autore di tutta la produzione tedesca del dopoguerra? L'ambizione del regista era di mettere in scena un "carattere" (qui, quello di un ufficiale nazista che ritrova poco per volta una collocazione nella societ` adenaueriana), cioè qualcosa di più di un ritratto, "descrizione che si fa dall'esterno del carattere di una persona". Per seguire, con JeanMarie Straub, la citazione (di Marmontel): "Quando si dipinge un tipo umano, come l'avaro, il geloso, l'ipocrita, il perbenista, la coquette, non si tratta più di un ritratto, ma di un carattere; e questo è ciò che contraddistingue la satira...". Questa era l'ambizione di Straub; e nel film essa è pienamente realizzata, con una densit` e un equilibrio dei rapporti interni che suggeriscono di ricorrere al bagaglio delle metafore musicali.

Jacques Rivette, da "Cahiers du Cinéma", n. 145, luglio 1963

Biografia

regista

Jean-Marie Straub

Jean-Marie Straub (Metz, Francia, 1933) ha lavorato, come assistente, per registi come Robert Bresson, Abel Gance, Jean Renoir o Jacques Rivette, esordendo nel 1963 insieme a Danièle Huillet, che da quel momento sarà sua compagna di vita e di lavoro, con il cortometraggio Machorka - Muff, tratto da un racconto di Heinrich Böll. Hanno realizzato il loro primo lungometraggio, Cronaca di Anna Magdalena Bach, nel 1968. Da allora hanno diretto una trentina di film, confrontandosi con autori come Friedrich Hölderlin o Cesare Pavese. Nel 2006 sono stati omaggiati, a Venezia, di un Leone speciale per l’innovazione del linguaggio cinematografico.

FILMOGRAFIA

 filmografia essenziale/essential filmography

Machorka - Muff (coregia/codirector Danièle Huillet, cm, 1963), Chronik der Anna Magdalena Bach (Cronaca di Anna Magdalena Bach, coregia/codirectorDanièle Huillet, 1968), Moses und Aaron (Mosè e Aronne, coregia/codirectorDanièle Huillet, 1975), Dalla nube alla resistenza (coregia/codirector Danièle Huillet, 1979), Der Tod des Empedokles (La morte di Empedocle, coregia/codirector Danièle Huillet, 1987), Lothringen! (coregia/codirectorDanièle Huillet, cm, 1994), Sicilia! (coregia/codirector Danièle Huillet, 1999),Une visite au Louvre (coregia/codirector Danièle Huillet, 2004), Corneille-Brecht (cm, 2009), O somma luce (2010), Jeonju Digital Project 2011 - Un héritier (cm, 2011).

Cast

& Credits

Regia: JeanMarie Straub.
Soggetto: dal racconto Hauptstddtisches Journal di Heinrich Böll (1958).
Sceneggiatura: Danièle Huillet e J. M. Straub.
Fotografia (35mm, b/n): Wendelin Sachtler.
Montaggio: J. M. Straub e D. Huillet.
Musica: da Ricerca a 6 di Johann Sebastian Bach (1747) e da Transmutations di François Louis (1957).
Suono: (presa diretta) Janosz Rozner e J. M. Straub.
Interpreti: Erich Kuby (Erich von MarchorkaMuff), Renate Lang (Inn), Rolf Thiede (MurcksMaloche), G¨nter Strupp (Heffling), Johannes Eckardt (il prete), Heiner Braun (il ministro), Gino Cardella (il cameriere), Julius Wikidal¨(il muratore).
Produzione: Atlas Film (Duisburg), Cineropa Film (Monaco).
Produttore: Straub/Huillet.
Direttore di produzione: Hans von der Heydt.
Riprese: a Bonn e Monaco, settembre 1962.
Costo: 31.000 D.M.
Prima proiezione: Febbraio 1963 al Festival di Oberhausen.

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