Nazione: RFT
Anno: 1969
Durata: 80'


Londra 1910: Enrico Malatesta è il leader di un gruppo anarchico, composto da emigranti, principalmente lettoni. Con la propaganda politica e senza far uso della violenza egli lotta per i diritti dei lavoratori e la parificazione della donna. Il suo antagonista tra gli anarchici, il giovane Gardstein, è per metodi più radicali nella lotta contro il capitalismo. L lui a guidare una rapina in una gioielleria. Essa si risolve in un fiasco e scatena la mobilitazione della polizia e dell'esercito contro il gruppo di Malatesta, che viene assediato nella Sydney Street e infine completamente annientato. Malatesta riesce a fuggire. Continuer` la sua lotta in un altro paese.

Nel '68-69 ci fu un cambiamento: la gente era coinvolta, scendeva in piazza, e scendere in piazza significava venir colpiti alla testa o alle gambe o, peggio ancora, essere uccisi, come accadde a Benno Ohnesorg. Questi avvenimenti furono per me l'occasione per mettersi alla prova, per chiedermi dove, quando e in quali condizioni gli uomini si sono impegnati e hanno lottato per la libert`. Ho poi spostato questi interrogativi sulla vita dell'anarchico italiano Malatesta. Ho studiato il suo ambiente di allora, ho interrogato uomini anziani che avevano conosciuto Malatesta, per scoprire come hanno vissuto gli uomini che hanno avuto bisogno di questo messaggio e come e perché hanno potuto fraintenderlo.

Peter Lilienthal


Londra, 1910. Qui si è rifugiato il capo degli anarchici italiani Malatesta, qui ha raccolto una schiera di seguaci a cui predica: "Il nuovo mondo che verr` deve prima di tutto nascere in noi". Tiene a freno l'impeto dei giovani che vengono da lui: è contrario alla violenza. La sua arma è la parola; così egli combatte contro la povert` e la miseria delle cose, contro l'oppressione sul posto di lavoro e per la parit` di diritti delle donne. Ma la ribellione contro il sistema gli sfugge dalle mani: un colpo sfortunato porta all'assedio degli anarchici in una casa della Sidney Street da parte dell'esercito e della polizia. Questo assedio è storico: Winston Churchill vi prese parte e ne parlò nelle sue memorie. Autentici sono anche una serie di altri documenti d'epoca e di scene di cinegiornali che Lilienthal inserisce in modo così inimitabile nel suo film. Ed è anche grazie a essi che, con la mediazione indiretta degli avvenimenti storici, diventano chiari gli avvenimenti della nostra attuale vita politica. In una riuscita lezione, Lilienthal presenta gli slogan di tutti i gruppi politici, le linee di condotta dei pacifisti e dei radicali, dei sognatori e degli uomini d'azione. Quello che era iniziato come un film su Malatesta e gli anarchici, è diventato un film sulla prepotenza del potere politico: Franz Barsig, il direttore del Sfb, la stazione televisiva di Berlino che ha coprodotto il film, ha fatto tagliare una scena in cui si insegna a confezionare una bomba!
In Lilienthal il colore assume una funzione narrativa. I toni marroni e verdi conferiscono alle scene quella patina di antico che è propria delle vecchie fotografie. II dialogo scarno, la recitazione disciplinata e riservata degli attori, imprime lo stampo della genuinit`. Lo stesso Eddie Constantine nella parte del protagonista era una volta il duro nei film di Lemmy Caution è un anarchico stranamente mansueto, un clown saggio e triste caduto nella rassegnazione e giunto a un tardivo senso dell'umanit` che gli impedisce di dichiarare una guerra aperta e violenta al sistema del potere vigente. Nel film di Lilienthal il potere si sente sempre: in mezzo a gente con baffoni, colletti inamidati e cilindri, un poliziotto cavalca per le strade su un cavallo bianco; ripreso dalla macchina da presa attraverso finestre, fessure di muri e stretti vicoli, questo poliziotto è simbolo dell'oppressione permanente.

ck., da "Evangelischer Filmbeobachter", n. 23/1970


Un film sull'anarchia e la rivoluzione può essere bello? D'altra parte esiste una forma adatta e vincolante per questo argomento? Non esiste, e può essere convincente soltanto la soluzione singola e individuale. Se i cubani estetizzano i film politici fino al manierismo, perché Lilienthal non dovrebbe girare un film consapevolmente storico, che ha il fascino discreto dei documenti ingialliti, che riveste la miseria degli alloggi tetri e dei cortili diroccati con la patina della ricercatezza, con una raffinata scelta cromatica, e con un tocco di buon gusto? È difficile dire dove inizia Parte applicata e dove l'estetismo diventa fine a se stesso. Il regista ha usato molto materiale storico, fotografico e cinematografico; lo inserisce nel film senza soluzioni di continuit` e in modo sorprendentemente plausibile, e gi` per questo motivo merita di essere visto. I colori sono tenui o sbiaditi, dominano un marrone rossastro di grana rossa e un verde pallido; il modo di dirigere gli attori è gradevolmente discreto. Il voluto asincronismo guida l'attenzione più verso lo stato d'animo che verso il testo.

Wolf Donner, da "Die Zeit", 22 maggio 1970

Biografia

regista

Peter Lilienthal

Cast

& Credits

Regia: Peter Lilienthal.
Sceneggiatura: P. Lilienthal, Heathcote Williams, Michael Koser.
Fotografia (35mm, colore e b/n): Justus (Willy) Pankau.
Montaggio: Annemarie Weigand.
Musica: George Gruntz.
Suono: Hartmut Kunz.
Scenografia: Roger von Mollendorf.
Interpreti: Eddie Costantine (Malatesta), Christine Noonan (Nina Vassileva), Vladimir Pucholt (Gardstein), Diana Senior, Heathcote Williams, Siegfried Graue, Sheila Gill, Peter Hirche, Wallace Eaton.
Produzione: Manfred Durniok Film produktion (Berlino Ovest)/Sfb (Berlino Ovest).
Produttore: Manfred Durniok.
Costo: 600.000 marchi.
Prima proiezione: maggio 1970 al Festival di Cannes.
1 Bundesfilmpreis nel 1970.
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