Nazione: RFT
Anno: 1964
Durata: 55'


Colonia 1956: la storia tedesca della prima met` del secolo, rispecchiata nelle vicende di tre generazioni della famiglia di architetti Fähmel, e narrate dai flashback che accompagnano il giorno dell'ottantesimo compleanno di Heinrich Fähmel. Nel 1934 il figlio Robert, studente, entrò in un'organizzazione antifascista e fu costretto a fuggire in Olanda con l'amico Schrella. Robert ottenne l'amnistia, Schrella ritornò in patria soltanto vent'anni dopo. Nettlinger, che all'epoca aveva denunciato i due ragazzi, è nel frattempo salito a ruoli ministeriali. La madre di Robert, Johanna Fähmel, malata di mente fin dai tempi della prima guerra mondiale, il giorno del compleanno del marito spara con una pistola su Nettlinger, durante una manifestazione di ex combattenti. Nettlinger, "con grande meraviglia", si salva anche questa volta.

Con Nicht Versöhnt di JeanMarie Straub il cinema per la prima volta diventa cinema fino alle estreme conseguenze. Nulla viene più raccontato come in un romanzo, ma tutto diventa immagine. In fondo si dovrebbe poter vedere il film di Straub tutto insieme in una volta. L'avvenire dir` se qui è stato raggiunto o addirittura superato uno dei limiti del cinema, che può essere visto sempre solo in successione.
L'allestimento delle singole scene e rivoluzionario così come la concezione del film nel suo complesso. Straub fa vedere non degli attori che agiscono come se fossero questo o quell'individuo, pur restando sempre degli attori.
Straub fa vedere uomini reali (non così importante che abbia preso dei non professionisti; gli avrebbe portato via troppo tempo far parlare con naturalezza degli attori). Persone come noi che parlano in modo incerto e con una quantit` di inflessioni di voce particolari e strane. Questa rinuncia alla recitazione sicura, piana, facilmente accessibile, tipica dell'attore, che nella vita di tutti i giorni non si incontra da nessuna parte tranne che tra gli attori è la scommessa più grossa che Straub ha fatto, ma nello stesso tempo e il film ne è una prova è un'idea geniale. La naturalezza con cui gli attori parlano, conferisce ai dialoghi di Böll una pregnanza e un'autenticit` che non hanno mai avuto nel romanzo. (...)
Straub dirige gli attori in un modo che non ha nulla a che fare con il dilettantismo. Al contrario: è la coerente realizzazione della sua intenzione di realizzare un film realistico, cosa che gli è riuscito di fare in un modo che qui in Germania è difficilmente concepibile.

Rudolf Thome, da "Abendzeitung", 1 ottobre 1965


Il regista ha così definito il proprio lavoro: "Non è un cosiddetto film sperimentale, ma è un film per i molti che da anni si cerca di avvelenare o di cloroformizzare in un ghetto popolare da Edgar Wallace e da Winnetou". È simpatico, per una volta, vedère un giovane regista che non si nasconde dietro il discutibile feticcio dell'"esperimento estetico" e dell'"avanguardia" (due concetti che gi` alcuni anni fa Enzensberger ha sottoposto a un'analisi demolitrice). Il fatto che Nich versöhnt abbia fama di essere un film sperimentale dimostra soltanto che nel nostro paese un'idea di cinema approfondita e coerentemente applicata è considerata un'eccezione sperimentale (il che del resto è anche vero, se si pensa alle abborracciature convenzionali e epigonali dei nostri tempi).
Naturalmente non si deve credere che Straub sia privo di modelli; vi sono riferimenti critici a Dreyer, Bresson, Resnais, Godard e Fritz Lang. Una citazione di Brecht d` il titolo al film, e il padre del teatro epico viene ricordato con la frase (programmatica per Straub): "Invece di voler suscitare l'impressione di recitare, l'attore dovrebbe piuttosto indicare la verit`: sta citando". Le conseguenze che Straub ha tratto da questa massima hanno suscitato le polemiche più aspre e hanno provocato una reazione energica: a mio parere a torto. Gli attori di Straub (che del resto non sono attori, ma dei non professionisti) recitano lunghi brani, monotamente e quasi senza espressivit` alcuna, e a volte scivolano nel recitativo. Essi si oppongono a quei dialoghi apparentemente perfetti che paiono tratti da romanzi di seconda categoria e che di solito al cinema ci vengono venduti come "naturali" (nella riduzione cinematografica di un romanzo sarebbero ancora più innaturali).
Straub completa e spezza questa tonalit` linguistica impersonale e "aperta" con una melodia linguistica molto personale affidata agli attori non professionisti. Egli lascia loro un accento dialettale più o meno forte, che nel contesto del film perde ogni colorito naturalistico, diventando una citazione delle peculiarit` linguistiche locali. Sarebbe difficile pensare a un trattamento dei dialoghi più intelligente e più dialettico di questo. La rabbia dei tedeschi si può forse spiegare con il fatto che qualcuno è arrivato dalla Francia e ci ha dovuto spiegare che cosa fare?
Come è noto, il film anche se l'autore e l'editore del libro in questione, non lo riconoscono (o non lo vogliono riconoscere?) è un adattamento da Biliardo alle nove e mezzo di Heinrich Böll. Le differenze dal testo letterario non sono arbitriarie, ma derivano dalla trasposizione di una storia in un altro medium artistico; così per esempio la tonalit` epica del linguaggio deriva dal fatto che i personaggi di Böll dialogano epicamente, e non drammaticamente.
Straub esplicita la quintessenza dell'opera, in modo schietto e con grande delicatezza nelle immagini; con Paiuto di salti cronologici rende chiare alcune strutture narrative; non si ritrae neppure di fronte a alcune immagini simbolo pressochè fisse, per esempio quando la vecchia Johanna Fähmel spara tre colpi all'uomo politico conservatore e diventa, nell'immagine, quasi la cifra del proprio stesso agitare. A Nicht versöhnt è stato rimproverato di essere confuso e di difficile comprensione, soprattutto se non si è letto il libro. A questo proposito vanno dette tre cose: innanzitutto il film richiede effettivamente un pubblico attento, e da questo punto di vista non è davvero consurnabile da coloro che sono avvelenati e cloroformizzati (d'altra parte altri film di questo tipo, in determinate circostanze, potrebbero rovinare al pubblico il piacere per la saccarina e per le minestre di semolino). In secondo luogo, non mi pare che sia un'obiezione plausibile dire di un film (come di un libro o di una commedia) che vedendolo due volte si ottiene di più che vedendolo una volta sola: io comunque preferisco le opere concentrate a quelle annacquate. In terzo luogo pare che all'estero non ci siano state molte difficolt`, e se "II Giorno" definisce il film un "autoritratto della Germania dopo Hitler", vuol dire che evidentemente il film in Italia è stato capito molto bene; allo stesso tempo l'obiezione si rivela essere il paravento ideologico di una societ` che preferisce immagini dolciastre e adulatorie a un ritratto artisticamente puntuale. In Germania inoltre le sequenze straordinariamente complesse di Straub evocano in ogni singolo spettatore ricordi e associazioni personali: il che dovrebbe rendere ancora più sgradevole il film. (...)

Yaak Karsunke da "Film", n. 3/1966

Biografia

regista

Jean-Marie Straub

Jean-Marie Straub (Metz, Francia, 1933) ha lavorato, come assistente, per registi come Robert Bresson, Abel Gance, Jean Renoir o Jacques Rivette, esordendo nel 1963 insieme a Danièle Huillet, che da quel momento sarà sua compagna di vita e di lavoro, con il cortometraggio Machorka - Muff, tratto da un racconto di Heinrich Böll. Hanno realizzato il loro primo lungometraggio, Cronaca di Anna Magdalena Bach, nel 1968. Da allora hanno diretto una trentina di film, confrontandosi con autori come Friedrich Hölderlin o Cesare Pavese. Nel 2006 sono stati omaggiati, a Venezia, di un Leone speciale per l’innovazione del linguaggio cinematografico.

FILMOGRAFIA

 filmografia essenziale/essential filmography

Machorka - Muff (coregia/codirector Danièle Huillet, cm, 1963), Chronik der Anna Magdalena Bach (Cronaca di Anna Magdalena Bach, coregia/codirectorDanièle Huillet, 1968), Moses und Aaron (Mosè e Aronne, coregia/codirectorDanièle Huillet, 1975), Dalla nube alla resistenza (coregia/codirector Danièle Huillet, 1979), Der Tod des Empedokles (La morte di Empedocle, coregia/codirector Danièle Huillet, 1987), Lothringen! (coregia/codirectorDanièle Huillet, cm, 1994), Sicilia! (coregia/codirector Danièle Huillet, 1999),Une visite au Louvre (coregia/codirector Danièle Huillet, 2004), Corneille-Brecht (cm, 2009), O somma luce (2010), Jeonju Digital Project 2011 - Un héritier (cm, 2011).

Danièle Huillet

Danièle Huillet nasce a Parigi il 1° maggio 1936. Cresce in campagna e ritorna a Parigi verso il 1948. Studia al liceo Jules Ferry. Si prepara per l'IDHEC ma si rifiuta di scrivere sul film Menèges di Yves Allégret che ritiene indegno di una prova d'esame.

Cast

& Credits

Regia: JeanMarie Straub, Danièle Huillet.
Soggetto: da Billiard um Halbzehn (Biliardo alle nove e mezzo) di Heinrich Böll.
Sceneggiatura: J. M. Straub, D. Huillet.
Fotografia (35 mm, b/n): Wendelin Sachtler, Gerhard Ries, Christian Schwarzwald, J. M. Straub.
Montaggio: J. M. Straub, D. Huillet.
Musica: Béla Bartók (Sonata per 2 pianoforti e batteria), Johann Sebastian Bach: (Suite n. 2 in si minore).
Suono: Lutz Griffinau, Willi Hanspach, Paul Schöler.
Interpreti: Heinrich Hargesheimer (Heinrich Fähmel a 80 anni), Karlheinz Hargesheimer (Heinrich Fähmel a 3035 anni), Martha Ständner (Johanna Fähmel a 70 anni), Danièle Huillet (Johanna Fähmel giovane), Henning Harmssen (Robert Fähmel, loro figlio, a 40 anni), Ulrich Hopmann (Robert Fähmel a 18 anni), Joachim Weiler (Joseph Fähmel, il figlio di Robert), EvaMaria Bold (Ruth Fähmel, la figlia di Robert), Hiltraud Wegener (Marianne, la fidanzata di Joseph), Ulrich von Thüna (Schrella a 35 anni circa), Ernst Kutzinski (Schrella a 15 anni), Heiner Braun (Nettlinger a 3540 anni), Georg Zander (Hugo, ragazzo d'albergo, e Ferdi Progulske), Erika Brühl (Edith, sorella di Schrella), Werner Briffil (Trischler), Helga Brühl (Signora Trischler), Lutz Grübnau (primo abate), Martin Trieb (secondo abate), Karla Bodenschatz (Portiere d'albergo), Wendelin Sachtler (Mull), Anita Bell (la vecchia che gioca a carte), Margret Borstel (la bionda che fa la calza), Eduard von Wickenburg (M), Gottfried Bold (collega di M), Victor von Halem (collega di M), Huguette Sellen (la segretaria di Robert).
Produzione: Straub/Huillet (Monaco).
Riprese: agostosettembre 1964 e aprile 1965 a Colonia e dintorni, nell'Eifel, a Monaco e dintorni.
Costo: 117.000 marchi.
Prima proiezione: 4/7/1965 al Festival di Berlino.
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