JANE

Più convincente di The Chair, credo, è in fondo Jane sugli inizi a Broadway di Jane Fonda. Jane prova in un teatro di New York, parte in tournée per Filadelfia, Wilmington, Boston prima della prima a New York, secondo la tradizione. Recita in una commedia idiota, The Fun Couple, da cui probabilmente la Universal far` un giorno un film amorfo con Doris Day e Rock Hudson, ed è diretta da Andreas, il suo regista e fidanzato, che si crede Stanislavski ed Elia Kazan messi insieme. Viene voglia di entrare nello schermo e di dire alla piccola Jane: finirai male con una commedia così idiota e un regista così stupido! Cosa che in effetti avviene. Don Pennebaker e i suoi assistenti hanno ripreso la riunione del gruppo, attori, regista, tecnici, in cui si commenta il fiasco e si decide di dare, la sera stessa, l'ultima rappresentazione. Tutto è finito, Jane può tornare a Hollywood a tentare la fortuna.
Film troppo informe, non abbastanza ingenuo forse, su quei mostri, sacri o no, che sono la maggioranza degli attori, per i quali la vita è una continua messa in scena. Quello che per noi è evidente, la sciocchezza della produzione di The Fun Couple, non lo è per quelli che vi partecipano. Ci viene voglia di dire a Jane che è praticamente stregata dal suo poco brillante Andreas. Ma non daremo giudizi, poiché, dopotutto, lo stesso Lee Strasberg, intravisto un attimo mentre d` dei consigli al regista, suo vecchio allievo, crede che dalla commedia si possa tirare fuori qualcosa. Noteremo soltanto alcuni momenti straordinari, lasciando da parte la falsit` ontologica del teatro e questioni di qualit` del soggetto, della messa in scena e degli interpreti, quando Jane, così spontanea e naturale al di fuori del palcoscenico, appena entrata in scena si mette a parlare con una voce ampollosa e orribilmente falsa; le sue smorfie e canzoncine davanti allo specchio, il suo volto sperduto sul treno. Come Joseph Levine [in Showman dei fratelli Maysles], Jane Fonda partecipa ad uno dei culti più tipicamente americani: quello dello show business, con i suoi fasti che danno alla testa, le sue opere troppo spesso mediocri. Credo che Raoul Lévy e Brigitte Bardot, seguiti così da vicino, non avrebbero mai lo stesso sapore. Fin dalla nascita gli americani firmano un patto d'amore con il cinema.

Louis Marcorelles, "Cahiers du Cinéma" n. 143, maggio 1963

Filmmakers:D.A. Pennebaker, Richard Leacock, Hope Ryden, Gregory Shuker, Abbot Mills.
Fotografia aggiunta: James Lipscomb, Alfred Wertheimer.
Montaggio: Nell Cox, Nancy Sen, Eilen Nosworthy.
Interpreti: Jane Fonda.
Produzione: Hope Ryden, Robert Drew per Time Life Broadcast e Drew Associates.