38° Torino Film Festival

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Un racconto d’iniziazione: la storia di Leonardo, figlio di un pastore che non sa come approcciare la ragazza di cui è innamorato. Cesare, un turista appena arrivato in paese, gli insegnerà la tecnica giusta per uscire dal labirinto delle sue paure e guadagnarsi l’attenzione di Nilde.

Un viaggio frammentato di immagini spettrali legate dai racconti di Hazem, giovane rollerblader costretto a lasciare Gaza. «Per Hazem l’arrivo è un cambiamento generoso ma pieno di tristezza. Forse è l’inizio di un viaggio anche per noi – per tornare a innamorarsi dell’Altro» (E. Bisogno).

In un paese isolato e sul punto di morire vivono ancora pochi anziani e una ragazza incinta. Mentre tenta la fuga, la ragazza è costretta a fermarsi perché entra in travaglio: gli anziani riusciranno a raggiungerla e a farla partorire nella piazza del paese, in una sorta di anacronistico rito di fertilità.

Una madre si prende cura degli anziani nelle loro case, dove il ticchettio dell’orologio fa il conto alla rovescia della giornata e i suoni aumentano la paura del vuoto… «Ho raccolto la “voce” del quartiere popolare in cui sono cresciuto, realizzando un archivio sonoro che ne restituisce umori e desideri» (L.G. Nese).

In una terra lontana gli spiriti riposano sotto la canopea, ignorando l’estinzione dell’umanità. Per distrarsi si pizzicano ferocemente e si lacerano, per poi ricomporsi emettendo piccole grida o lunghi ululati. Altrove persistono strane usanze, come il rituale ancestrale della lanterna magica.

C’è una ferrovia intorno al Vesuvio smossa come la terra della quale è figlia. Le persone si sfiorano, si confondono con il paesaggio, trasformano le stazioni in luoghi d’attesa. Il racconto della ferrovia di Napoli diventa un film sul paesaggio umano e urbano della periferia e sulla vitalità di chi la abita.

Dalla propria auto, Pasolini osserva la società italiana sgretolarsi sotto la minaccia neofascista del consumismo e dello sviluppo che non sarà mai progresso. Animazione dadaista e allucinata, che traduce visivamente alcune delle parole più lucide di Pasolini sulla società italiana di metà anni ’70.

Sono passati ottant’anni anni dall’inaugurazione del complesso espositivo monumentale l’«Altrove» a Napoli, chiuso a causa della guerra subito dopo l’inaugurazione. Una lettera di famiglia avvia la ricerca di un nonno scomparso in quello stesso conflitto. Una missione che porta alle radici culturali del pensiero coloniale occidentale.

Una coppia amoreggia in riva al mare, un mostro osserva dall’acqua, un uomo uccide altri due mostri e inizia il film: una lista di nomi, una lista di amici, una lista di mostri… Il suicidio della cultura underground. Un corto del fotografo spezzino Jacopo Benassi, già collaboratore di Sorrentino.

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