Traveller

Michael ha diciassette anni, Angela sedici. Sono dei viaggiatori, dei nomadi. Sono irlandesi, vivono di lavori occasionali e sono stati costretti a sposarsi contro la loro volontà. Quando vengono mandati in Irlanda del Nord per comprare radio e altri oggetti di valore e introdurli illegalmente nello "stato libero", per la prima volta si sentono attratti l'uno verso l'altra. Dopo aver avuto un incidente con un'auto presa in prestito, Michael è costretto a cercare aiuto e ne approfitta per svaligiare un ufficio postale. Sulla strada del ritorno, attraverso i paesaggi, le rovine e il passato storico dell'Irlanda, Michael e Angela fanno maldestri tentativi di avvicinarsi l'uno all'altra.
Durante una discussione sul rimborso dei danni dell'automobile e delle merci distrutte, Michael uccide, accidentalmente ma senza rimorso, il padre di Angela. Si imbarcano per l'Inghilterra insieme a Clicky, un "repubblicano" la cui storia, soprattutto per l'attrazione che egli prova verso Angela, si è strettamente intrecciata alla loro.

I padri di entrambi, del ragazzo e della ragazza, incarnano due aspetti della cultura nomade. Il padre del ragazzo conduce un'attività tradizionale ed è povero; è povero perché la gente non compra più le cose che fabbrica, e il commercio dei cavalli non rende perché nessuno possiede della terra. Il padre di Angela, invece, appartiene a una generazione di affaristi. Entrambi i padri sono materialisti, ma il pensiero della proprietà è più spiccato nel padre di Angela e non si arresta neppure di fronte alla propria figlia. Egli trae profitto da una situazione presente in un'altra parte del paese. Uomini come il padre di Angela non si lasciano chiamare volentieri nomadi: si considerano commercianti e in realtà non svolgono altra attività che l'usura... Volevo fare un film su una coppia che non riesce assolutamente a comunicare.
In ogni film le persone, a un certo punto dei propri rapporti interpersonali, giungono a un accordo reciproco, vuoi silenzioso, vuoi, più spesso, articolato. In questo film volevo mantenere fino alla fine la noncomunicazione. Si tratta di qualcosa che attraversa la società irlandese nel suo insieme.
Il movimento femminista ha cambiato qualcosa nelle donne nomadi. Angela utilizza Clicky per svignarsela; tuttavia non è stato ancora raggiunto il punto in cui una "travelling woman" possa muoversi in modo davvero indipendente e libero. (...)
Ho inteso mostrare una coppia di nomadi che si libera dalla propria iniziale situazione di arretratezza, almeno fino al punto in cui, se qualcuno li dovesse incontrare in Inghilterra, in Australia c, in America non li prenderebbe per nomadi irlandesi, ma soltanto per irlandesi. Gli abiti e il modo di comportarsi che hanno acquisito dovrebbero essere sufficienti per sopravvivere in quelle società; a Dublino infatti non possono andare: innanzitutto 15 non avrebbero alcuna base di sopravvivenza, in secondo luogo verrebbero subito riconosciuti come nomadi (Joe Comerford, da "IFT News", Irish Film & Television News, Dublino, vol. 5, n. 2, febbraio 1982).

Regia e montaggio: Joe Comerford.
Assistente alla regia: Liam Mulcahy.
Sceneggiatura: Neil Jordan.
Fotografia: Thaddeus O'Sullivan (16mm, colore).
Assistente operatore: Cathal Black.
Musica: Davy Spillane, Mary Delaney, Francie Brolly.
Suono: John Anderton, Pat Hayes.
Interpreti e personaggi: Judy Donovan (Angela), Davy Spillane (Michael), Alan DevIin (Clicky), Marian Richardson (voce di Angela), Johnny Choil Mhaidhic (Devine), Paddy Donovan (Connors), Joe Pilkington, Nora Donovan, Christy Howley, Roisin O'Hehier, Mick Tully, Tiffy Moilan.
Produzione: Margaret Williams / British Film Institute.